10 suggerimenti per il contatto con le meduse: cosa fare, cosa evitare e quali rimedi
- Non sfregare la zona colpita con sabbia o con una pietra tiepida. Le tossine rilasciate dalle meduse sono termolabili (vengono inattivate dal calore) ma occorre raggiungere una temperatura di circa 50 gradi per avere dei risultati.
- Non lavare la parte colpita dai tentacoli della medusa con acqua dolce, potrebbe favorire la produzione di sostanze tossiche in grado di causare danni a livello del sistema nervoso.
- Non utilizzare acqua fredda o ghiaccio.
- Non grattare la zona colpita in quanto questa azione stimola l’attività muscolare mettendo più velocemente in circolo la sostanza tossica inoltre si rompono le eventuali nematocisti residue, liberando ulteriore veleno.
- Lavare la parte colpita con acqua di mare.
- Evitare di seguire “i rimedi della nonna” come impacchi con aceto, succo di limone o ammoniaca, non vi sono evidenze di efficacia, creme al cortisone o a base di antistaminico sono inutili perché agiscono dopo circa 30 minuti, cortisone e antistaminici possono essere usati per via orale nel caso di disturbi generalizzati, anche se di lieve entità.
- Evitare l’uso di alcool in quanto potrebbe stimolare l’apertura delle cellule urticanti delle meduse.
- Rimuovere i frammenti dei tentacoli della medusa, non usare pinzette.
- La soluzione migliore in caso di contatto con i tentacoli delle meduse è l’applicazione di Ipased Gel (gel contenente Acido Cloridrico) che acidifica la pelle inattivando la sostanza tossica.
- Se la reazione cutanea è generalizzata e compare difficoltà respiratoria, pallore, ipotensione (segnali di una grave reazione a rischio di shock anafilattico) allertare immediatamente il 118.
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